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Il Museo Regionale delle miniere di asfalto di Castelluccio e Tabuna 

Progetto di partenariato pubblico- privato nel settore dei beni culturali L’iniziativa di presentazione del progetto, curata dalla Provincia Regionale , dalla Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali , dai Comuni di Ragusa e Scicli, dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, dalla Federalbeghi di Ragusa si è svolta nella sala convegni dell’Ente provincia a Ragusa alla presenza di un numeroso pubblico e di addetti ai lavori: ingegneri, architetti, promotori di beni culturali ed ambientali. Sono intervenuti, successivamente ai saluti del presidente Antoci e dei sindaci dei comuni di Ragusa e Scicli, il dirigente Corallo della provincia regionale di Ragusa che ha analizzato il ruolo del museo nel contesto urbanistico e territoriale della provincia, il dirigente Cassarino della Sovrintendenza che si è soffermato su riflessioni di carattere storico ed in particolare sull’estrazione della pietra asfaltica in provincia di Ragusa ,e quindi la Soprintendente Vera Greco che ha considerato il Museo ed il Parco elementi complementari per un’ ipotesi di sviluppo sostenibile. E’ seguita la presentazione, a cura di giovani professionisti, del master plan del progetto. “Il complesso delle miniere- come si legge nella scheda di presentazione del progetto- di Castelluccio e Tabuna, inserito nella splendida cornice paesaggistica della vallata del fiume Irminio, costituisce una risorsa preziosa oltre che unica in ragione della sua specificità riconosciuta dal legislatore che ha promulgato un’apposita legge regionale per il riconoscimento, la valorizzazione e la fruizione, destinando tutto il complesso ad attività museali e naturalistiche. Le miniere di asfalto sono state un pilastro fondamentale nell’economia ragusana, che dall’estrazione della pietra per circa un secolo e mezzo ha tratto una quota considerevole di economia per l’intera area. Oggi gli spazi sotterranei delle ex miniere assieme alle strutture e al terreno di proprietà della Regione Siciliana, possono riacquistare quel ruolo primario e trainante sia culturale che economico incardinato su un modello di turismo culturale di alto livello che è attuazione dello sviluppo sostenibile per il territorio. Il progetto è strutturato su un principio base di integrazione pubblico privato soprattutto nella gestione successiva alla realizzazione delle opere, che non è in alcun modo pensabile attribuire al soggetto pubblico, che non sa e non può comunque attuare logiche di impresa e privatistiche e quindi è condannato ad una perenne perdita con palese insostenibilità economica. In conseguenza di ciò, oltre alle attività culturali e museali in senso stretto, è stato previsto l’inserimento di altre attività, compatibili anzi incardinate sulla specificità dei luoghi, ma suscettibili di realizzazione e gestione con capitali privati.” L’area museale è divisa in tre macrozone: -l’area della Tabuna, dove ancora insiste l’attività delle ditte private Colacem e Ancione, rispettivamente cementerai e fabbrica mattonelle di asfalto; -l’area di Castelluccio e del parco naturalistico del fiume Irminio, di cui una buona parte, inclusa quella contenente le miniere e alcuni fabbricati rurali, è di proprietà della Regione Siciliana e quindi della Sovrintendenza ai BB.CC.AA; -il collegamento nord-sud fra le due aree. Le attività che si prevede realizzare sono: Musealizzazione degli ex spazi minerari, con messa in sicurezza e creazione di una struttura-passerella per la visita; Museo dell’asfalto nella “Casina Rossa” e nei corpi di fabbrica annessi: Punti informazione esplicativi in prossimità dei siti minerari; Sentieri naturalistici di fruizione delle varie zone del parco; Farm house con esposizione di prodotti tipici e di qualità e degustazione/ristoro con menù a base di prodotti locali, tipici iblei e con marchio di qualità; Bar caffetteria con emeroteca e sala lunge, spazi esterni annessi; Struttura ricettiva perfettamente integrata nella morfologia del paesaggio, low concept energy, una rielaborazione in chiave moderna degli antichi insediamenti rupestri che caratterizzano Ragusa, Modica e Scicli; Attrezzature per lo sport ed il tempo libero”a raso” e comunque di bassissimo impatto con la qualità paesaggistica dei luoghi; Realizzazione di attrezzature sanitarie in sotterraneo per speleo-terapia, weliness e beauty-farm. Si prevede che l’Ente Pubblico si faccia carico di realizzare la parte relativa alle attrezzature più propriamente culturali e museali e che il privato si occupi di quella legata allo sport, alla ricettività, alla ristorazione, al tempo libero e al weliness.

Servizio curato da Ingegnicultura (www.ingegnicultura.it)

 Autore: Mario Incatasciato

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