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Suceava posto ideale per visitare la Bucovina "arcipelago monastico" 
La scuola e l'Europa Appunti di viaggio Tappa significativa del progetto di partenariato multilaterale “ I giovani ed il lavoro in un’Europa che cambia” portato avanti dal 2004 dagli studenti francesi di Monbard (Borgogna), dai tedeschi di Friedberg, dai cechi di Bruntal, dai polacchi di Sulechof e Czrwionka e dagli italiani dell’ ITC “Archimede” di Modica è stata Suceava, sede del liceo “Isopescul”, scuola romena partenariata. Suceava, poco più di 100.000 abitanti, si trova in un altopiano della Moldavia, in riva all’omonimo fiume. La storia di questa città inizia come colonia dei Daci e risale ai primi 100 anni d.C. Nel XV secolo, allorquando la città diviene capitale della Moldavia, vive periodi fiorenti interrotti dagli assalti di Solimano il magnifico che la espugnò nel 1538. Nel 1775 viene annessa all’impero austro- ungarico insieme con la Moldavia per far parte della Romania solamente nel periodo più recente seguente alla prima guerra mondiale. Il viaggio si è tenuto dal l’1 al 5 ottobre 2007 con un programma che ha previsto attività laboratoriali degli istituti scolastici convenuti, la visita della città di Suceava, la visita della regione dei monasteri della Bucovina, in particolare Sucevita, e la capitale Bucarest. Nel nord-est del paese al confine con l’Ucraina si estende l’Alta Moldavia chiamata pure Bucovina “paesi dei faggi”, zona delle dolci colline, coperte di boschi, dalle limpide e fresche acque, dalle pianure fertili. In questi territori si rivelò di particolare splendore l’epoca dei principi Petru I Musat e Stefano il Grande, seguiti dal Casato di Movilà, ciò tra il 1360 ed il 1600, quando la Bucovina venne arricchita di chiese e monasteri fortificati che dopo il 1530 ricevettero un’impressionante copertura di affresco esterno. Affreschi murali di elevata originalità tematica, purezza del disegno, precisione dei dettagli, numerosi di influsso locale, delicatezza cromatica, insieme imagistico di eccezionale valore. “Al di sopra di tutto quel che in Moldavia si può ammirare-considera il critico d’arte austriaco Josef Strzyfowski-stanno le chiese che grazie alla policromia delle facciate offrono un qualcosa che nessun altro paese al mondo può offrire”. L’affresco, la più audace e difficile tra le tecniche pittoriche, riveste le pareti esterne delle chiese, simile ad un libro aperto avente contenuto biblico che meriterebbe di essere studiato per dei mesi. Il”giudizio universale” di Voronet tema frequente sia nell’Oriente, come nell’Occidente ha tanta ricchezza di scene ed un talmente estroso e drammatico concatenamento, certamente più ampio di quanto si possa registrare a Camposanto di Pisa o a Padova laddove Giotto lo dipinse nella Cappella della famiglia Scrovegni. Gli affreschi esterni delle chiese con l’ormai celebre “azzurro di Voronet”, al pari del “verde-rosso di Sucevita”, del “giallo di Moldovita”, del “verde di Albore”, del “rosso dell’Humor”, oltre a costituire l’atto di bravura con il quale i maestri popolari ebbero l’audacia di affondare la natura, mantenendone intatto il paesaggio, rappresentano l’elemento decisivo per l’inserimento di gran parte del tesoro della Bucovina, nel catalogo dell’Unesco “Grandi monumenti del mondo”, e per il riconoscimento nel 1975 del Pomme D’or dei giornalisti e degli scrittori di turismo (F.I.J.E.T.). Il viaggio non poteva non prevedere una visita alla capitale Bucarest. Il nostro accompagnatore, figlio di una docente del liceo di Suceava, davanti al Palazzo del popolo, oggi sede del Parlamento, il secondo più grande edificio al mondo dopo il Pentagono, ci dice che quello che è accaduto nel 1989, fine della dittatura, non è stata una rivoluzione di velluto. E’ costata la vita a 1040 romeni. Ceausescu per la costruzione di così maestoso edificio fece abbattere 3.000 case, 26 chiese impiegando per ben 5 anni 20.000 operai romeni. Non ebbe però il tempo di affacciarsi dal balcone per proferire il suo primo discorso al popolo. Venne arrestato pochi giorni prima della fine dei lavori. Oggi la Romania sta attraversando una fase di transizione socio-economica contrassegnata da una significativa crescita e da una massiccia presenza di imprese straniere attratte dalla tassa fissa del 16% e da un costo della manodopera vantaggioso. Sono 23 mila le imprese italiane, concentrate prevalentemente a Timosoara, che hanno fatto dell’Italia il primo investitore in Romania. Dall’Unione Europea nel periodo 2007/2013 arriveranno alla Romania 31 miliardi di euro di finanziamenti che ammoderneranno non solo il sistema di comunicazione bensì i principali settori di sviluppo del Paese, turismo e sistema scolastico inclusi. La Romania a quasi due anni dall’ingresso nell’UE ha un sogno: risalire la china, pur scontando l’eredità di un passato difficile, per occupare il settimo posto in Europa. A consuntivo del viaggio se scorriamo i rapporti che i partecipanti hanno predisposto non possiamo non notare che le ragioni della diversità insieme al valore del possesso di più competenze linguistiche, l’imparare a conoscere e rispettare chi ha alle spalle un’altra storia, lo sperimentare i processi democratici, sono diventati un patrimonio ed un’esperienza irripetibile per i nostri studenti. E da questi significativi percorsi, comunemente chiamati “buone pratiche” che bisogna far ripartire la scuola italiana per raggiungere gli obiettivi ed i risultati che le competono. Ed in questo quadro ben venga il progetto “Tandem” promosso e finanziato in questi giorni a Bruxelles dalla Commissione Europea. La formula si basa sullo scambio tra due persone di madrelingua diversa che, lavorando in coppia, ognuna nel proprio paese, reciprocamente insegnano e apprendono la lingua dell’altro. Un e-learning via mail, chat e voip. Un database europeo gestito dall’Università della Ruhr di Bochum, in Germania, collegato con più di 30 università europee, tese a coordinare le iscrizioni di studenti interessati a trovare un partner ideale per l’apprendimento. In Italia l’università di Torino garantirà scambi di madrelingua in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Un’ultima annotazione va rivolta ai nostri amministratori locali ed è quella riguardante la promozione e la valorizzazione dei beni a riconoscimento Unesco. Bucovina docet. Visitarla per trarne utili insegnamenti. Servizio curato dalla sezione cultura del Laboratorio di progettazione e servizi per l’ingegneria e i beni culturali Ingegnicultura di Modica. Portale www.ingegnicultura.it Contatti: cultura@ingegnicultura Autore: Mario Incatasciato articolo letto 23 volte 
 
   
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