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Baarìa, la Sicilia di Peppuccio Tornatore apre Venezia 26/08/09 

Primo film in concorso ad aprire la 66° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e in sala dal 25 settembre per Medusa, Baarìa di Giuseppe Tornatore si presenta come la produzione italiana più importante da molti anni a questa parte. Il film ruota intorno alla cultura mediterranea ed è dettato da quell'amore per la terra siciliana che ha offerto al regista i migliori spunti nel passato. Baarìa è il nome antico fenicio di Bagheria, paese natale di Tornatore, che rende omaggio narrando la storia d'amore tra Mannina e Giuseppe, dei loro padri e dei loro figli, avvolta tra gioie e malinconie oltreché da travolgenti utopie. Ce ne parla il regista: Giuseppe Tornatore.

Come si sente nell'essere stato scelto per aprire il Festival di Venezia dato che sono circa vent'anni che questo onore non avveniva con un film italiano?

Per me è un grande privilegio, un grande onore e nello stesso tempo una grande responsabilità perché spero di essere all'altezza di un ruolo del genere.
 
Quanto c'è di autobiografico in Baarìa e questo film chiude una quadrilogia (Nuovo Cinema Paradiso, L'uomo delle stelle e Malena) dedicata alle sue radici, alla sua Sicilia?

Per quanto riguarda la componente autobiografica non c'è n'è di più di quanto ne ho messa in Nuovo Cinema Paradiso o anche in altri film, dato che io ho sempre un po' giocato con esperienze del mio passato, o con storie raccontatemi da altri più grandi di me... Ho sempre utilizzato la mitologia della mia infanzia per alcuni dei miei film. E quindi anche in questo. Baarìa è un mix di elementi personali e elementi fantastici. Sul versante se il film chiude o meno il mio rapporto con il passato e la mia terra, vi confesso che questo film lo sto vivendo come la tappa conclusiva di una quadrilogia, come avete detto anche voi, che però aggiungerei è stata involontaria. Ora mi sento di avere detto tutto quello che so e conosco della mia Sicilia.
  Sappiamo che lei non ama la parola kolossal ma Baarìa non solo per quanto è costato è un film che racconta una fetta di storia italiana piuttosto ampia...

Il cuore del film, il cuore della storia va dagli anni trenta agli anni ottanta. Però c'è nel film un piccolo prologo negli anni '10 e un piccolo epilogo oggi. La vicenda è effettivamente molto complessa perché, in un certo senso, la pellicola racconta un secolo. Per quanto riguarda la parola kolossal non è che non la amo ma non si addice a Baarìa che io definisco una commedia. E' la storia di una famiglia e delle tante persone che girano intorno a loro raccontata nell'arco di molti anni con una visione molto ironica, quindi la definirei una commedia epica, se proprio vogliamo essere precisi.
 
  La storia di una famiglia che parte da due giovani quindi amore ma anche molta politica. O meglio la partecipazione politica che la gente sentiva nel passato... è esatto?

Sì è proprio così dato che dagli anni '30 agli anni '80 si passa per quella stagione particolarissima che è quella dell'immediato dopoguerra in cui la passione politica nel nostro Paese esplose da qualunque fronte ideologico. E' stata una stagione quella della fine della guerra in cui la politica è stato un mito positivo. Tutti hanno creduto e pensato che la politica fosse lo strumento più alto, più opportuno, più giusto per migliorare le sorti della vita mentre, se pensiamo a quello che è diventato oggi il concetto di politica che è diffuso nella testa degli italiani, sembra che sia passato molto più di un secolo. Ecco in Baarìa c'è passione amorosa e passione politica.
 
Come detto il film è stato quasi interamente girato in Tunisia. Bagheria è stata ricostruita. Una mole di lavoro notevole. E' stato il suo film più impegnativo, sotto tutti i punti di vista?


Decisamente sì. E' stato un film molto complesso e non solo perché abbiamo girato solo una piccola parte in Sicilia e il resto è stato tutto rifatto negli studi in Tunisia ma perché trattandosi di una storia corale e per di più girato in stretto dialetto siciliano, il cast è stato molto, davvero molto difficile da mettere in piedi. La post-produzione è stata lunghissima e il doppiaggio si è rivelato particolarmente arduo. Perché doppiare le migliaia di comparse tunisine in siciliano non è lavoro da poco. Laborioso, faticoso, più di quanto non mi fosse mai accaduto fino ad ora.
 
Tornatore come lo vedremo il film. In dialetto siciliano come lo ha girato lei o doppiato?


Non c'è ancora una decisione definitiva, ci sono varie scuole di pensiero. La mia e quella di molti altri è di farlo uscire come lo abbiamo girato in dialetto siciliano con i sottotitoli e così si vedrà a Venezia. Quando il film uscirà il 25 settembre, dato che dobbiamo tenere conto delle richieste del produttore e dei distributori, per ora, posso dire che: in Sicilia uscirà nella versione originale mentre da Reggio Calabria a Bardonecchia uscirà doppiato in italiano. Ma sono fiducioso e non escludo che sia in Sicilia che nel resto dell'Italia, almeno nelle città più importanti, si possano trovare entrambe le versioni. In tutti i Paesi esteri uscirà in siciliano con i sottotitoli nella lingua di riferimento.
 
 
www.primissima.it
 

 
Tags: baaria , giuseppe tornatore ,
 
    - Nicoletta Gemmi - sciclinews.com - 22:31 26/08/2009
 
 
   
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